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Homi Outdoor – Home and Dehors

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Di Lucia Carleschi – La casa esce di casa e lancia la volata all’Expo di Dubai; la casa esce di

casa grazie alla prima edizione di Homi Outdoor – Home and Dehors, che Fiera Milano (Rho) ha ospitato dal 13 al 16 settembre 2019. Questo nuovo appuntamento fieristico è la conferma di una nuova tendenza dell’abitare, che vede il concetto di casa allargarsi oltre i suoi confini perimetrali per “colonizzare” le aree verdi e l’outdoor in generale. La naturale continuità tra i vari spazi, la valorizzazione dell’artigianalità e la sostenibilità sono le caratteristiche distintive di questo nuovo lifestyle.
Homi Outdoor ha messo in mostra accessori, decorazioni e arredi proposti da 361 espositori, dei quali il 37% provenienti dall’estero, in rappresentanza di 19 nazioni fra le quali Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito.
Uno sguardo ai dati economici riferiti al mondo che ruota intorno a Homi Outdoor conferma che i presupposti sono incoraggianti: nel decennio 2009-2018 gli scambi di prodotti “Home” a livello mondiale hanno fatto registrare una crescita del 5,3%, sfiorando lo scorso anno i 337 miliardi di euro, e quelli di prodotti “Outdoor” sono aumentati del 3,2%, raggiungendo nel 2018 un valore di circa 37 miliardi di euro.
Per il periodo 2019-2022 si attendono sviluppi positivi per entrambi i comparti: nello specifico, il commercio mondiale di prodotti Home è previsto in aumento medio annuo del 4,9%, mentre quello di prodotti Outdoor fa presagire una crescita del 4,5%. Sempre per questo periodo, le importazioni di prodotti Home sono stimate in crescita, in maniera diffusa a livello geografico, complessivamente di circa 71 miliardi di euro. I maggiori responsabili di questa tendenza sono stati individuati in Stati Uniti (+17.3 miliardi di euro), Canada, Germania (+4.2 mld €), Regno Unito, Francia, Olanda, Polonia, Spagna, Austria, Giappone (+3.4 mld €), India, Corea del Sud, Tailandia, Australia e Vietnam.
La progressione della domanda mondiale di prodotti Outdoor è stimata invece in 7,1 miliardi di euro. A questa dovrebbero contribuire maggiormente: Stati Uniti (+1.1 miliardi di euro), Canada (+211 mln €), Messico, Germania (+273 mln €), Regno Unito (+271 mln €), Francia (+220 mln €), Olanda, Svezia, Norvegia, Polonia, Corea del Sud (+570 milioni di euro), India, Vietnam, Giappone e Arabia Saudita.
Homi Outdoor è stata anche l’occasione per presentare al pubblico in anteprima nazionale assoluta i progetti vincitori della Design Competition Expo Dubai 2020, riservata a giovani designer under 35 e imprese lombarde, che è stata promossa da Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi e Unioncamere Lombardia, e realizzata con il coordinamento scientifico del Politecnico di Milano e la collaborazione del Commissariato Generale per l’Italia per Expo 2020 Dubai, Triennale di Milano, Adi (Associazione per il Disegno Industriale), Fiera Milano spa, nonché dell’American University of Sharjah ed Expo 2020 Dubai – Construction Department.
“Connecting Spaces” è la tematica proposta per la realizzazione di questi prototipi, in linea con l’argomento di Expo 2020, che è “Connecting minds, Creating the future”. Voleranno infatti a Dubai questi oggetti di design, il cui obiettivo è proprio quello di connettere gli spazi e le persone all’insegna della tradizione italiana dell’artigianato, interpretato in maniera innovativa anche grazie alla domotica. Saranno esposti là per tutta la durata dell’Expo, dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, con l’incarico di rappresentare l’eccellenza lombarda in fatto di design e di creatività. Lo spazio appositamente allestito presso Homi Outdoor per ospitare i prototipi vincitori di questa Design Competition, 18 in tutto, è stato inaugurato ufficialmente nel pomeriggio del giorno di apertura della manifestazione. A questo momento istituzionale hanno partecipato rappresentanti degli enti italiani coinvolti nel progetto, dalla Regione Lombardia alla Triennale di Milano, lodando tutti unanimemente questa iniziativa che ha dato origine a un ulteriore connubio fra creatività e saper fare, aggiungendo valore alla presenza italiana all’Expo di Dubai.
Fra tutti i prototipi esposti, ne abbiamo selezionati tre che risultano essere i più coerenti con la sfera di interesse della nostra rivista.
Eden, firmato da Matteo Bellini, Riccardo Carnaghi e Simone Gerosa in collaborazione con Italmesh, si propone come un’oasi di ristoro, offrendo uno spazio in cui ci si può sedere ma anche sdraiare sotto la particolare parete inclinata allestita come un autentico giardino verticale. Presso Eden è inoltre possibile ricaricare il proprio dispositivo mobile e nel frattempo conoscere e interagire con altre persone. Uno spazio innovativo e suggestivo in cui trovare un momento di rigenerazione e socializzazione, da cui ripartire con nuova energia. Questo progetto è realizzato interamente in carpenteria metallica e rivestito di pannelli modulari. È stato concepito per essere, oltre che modulare, facilmente montabile e smontabile in qualsiasi luogo, il che lo rende riutilizzabile per diverse occasioni.
Si chiama invece Corolla il prototipo ideato da Ofir Albag, Martin Huba e Omer Alraee e realizzato con il supporto di Maco Technology. Si tratta di una innovativa copertura meteo responsiva per uno spazio di co-working costituita da un involucro leggero e flessibile che è in grado di adattarsi alle condizioni esterne grazie all’utilizzo dei principi della soft robotics. Corolla è una vera e propria oasi tecnologica, un luogo ibrido fra interno ed esterno che offre uno spazio comodo ed efficiente per condividere idee tutto l’anno e ovunque. È composta da una copertura cinetica gonfiabile in poliuretano multistrato dotata di una scheda di controllo e di sensori che la rendono autonoma. Questa copertura è supportata da uno scheletro in acciaio rivestito con pannelli in tessuto. Lo spazio interno è climatizzato e dotato di punti di ricarica e di wifi.
Nell’ambito delle tensostrutture, Timothy Liddell, Mohammad Abualhuda, Luca Bassolino Isabella Flore e Dima Srouji, in collaborazione con Shapemode, hanno ideato Sikka, uno spazio racchiuso tra due vele che richiama alla mente echi marittimi all’insegna di un autentico connubio fra architettura leggera e creatività. È concepito come luogo di incontro informale dove le persone vengono trascinate nella stessa orbita dalla propria curiosità, ma si ha la netta impressione che le sue possibilità di utilizzo siano quasi infinite. Le vele semicircolari di Sikka sono modulari e possono essere assemblate per ottenere varie configurazioni spaziali. Ognuna è composta da una superficie tessile, una struttura polimerica e una superstruttura composita. La curvatura complessa della superficie viene ottenuta in modo rapido ed economico attraverso il tensionamento selettivo del tessuto.
Le vele sono progettate per essere viste e toccate da entrambi i lati, e cambiano configurazione quando vengono premuti gli elementi 3D. La struttura è quindi soggetta a continui cambiamenti, dato che chiunque vi passi vicino può creare nuovi pattern: via libera, quindi, alla fantasia degli utilizzatori.

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