Parte 1 La chiamata
La quarantena da CoronaVirus ha fiaccato la popolazione ma c’è un momento in cui il destino
chiama e non puoi sottrarti. Quando è arrivata la chiamata ero a casa, sul divano, diceva lunedì o giovedì convochiamo i cognomi dalla lettera A alla D.
Ho guardato negli occhi mia moglie, ho telefonato a mia Suocera ho mandato un messaggio a mia Figlia e ho risposto, alzandomi e portando la mano al cuore: “Capella Gustavo, presente !”
E’ arrivato il momento, devo andare, mi vesto, indosso guanti e mascherina, mi equipaggio con le dotazioni tattiche che ho messo da parte aspettando il momento (6 sacchi gialli), su un foglio gli ordini della missione e gli obbiettivi della battaglia, in tasca la Fidaty card che mi darà accesso agli ultimi equipaggiamenti prima dello scontro, sono pronto…vado.
Utilizzo un mio mezzo di trasporto leggero per raggiungere la zona di imbarco, il Garage del Supermercato, poi devo proseguire a piedi.
Per essere aprile il sole è caldo e la gente non è ancora pronta a vestirsi leggera, suda e sbuffa, guanti e mascherine non aiutano.
La fila è lunga, si snoda ordinata intorno all’edificio di mattoni rosa che sarà teatro di questo scontro epocale, qualcuno fuma, altri chiacchierano ma sanno che presto saranno nemici, schierati su fronti diversi, pronti a tutto.
Dopo la lunga attesa all’esterno, si passa il primo Check Point e si entra nella zona di attesa, sui volti compaiono le prime smorfie di tensione, sullo sfondo echeggia il suono della battaglia e lo sferragliare dei carrelli.
Prima di passare l’ultimo controllo estraggo la Fidaty card, l’avvicino al lettore e ritiro la Pistola d’ordinanza che mi garantirà un passaggio più veloce nelle zone calde, la dove lo scontro si farà più duro. Alcuni, i meno fortunati, sono costretti ad affrontare la battaglia a mani nude. Un dubbio mi assale, Carrello o Cestello ? Il primo ha una maggior portata ma rallenta il movimento nel corpo a corpo, il secondo è più agile ma non garantisce la perfetta riuscita della Missione e il raggiungimento degli obbiettivi. Ho deciso, carrello, dovrò pianificare al meglio e mettere in pratica le tattiche di guerriglia imparate in anni di spesa con la mia Nonna napoletana.
Prima di passare il controllo della temperatura corporea mi avvicino all’area medica e uso un’abbondante razione di Amuchina su me stesso e sull’equipaggiamento. Ci siamo, pochi metri e sono dentro.
Mentre attendo il mio turno mi aggiornano sulle regole d’ingaggio: Oggi entrano i cognomi con lettere dalla A alla D, il personale medico, della protezione civile, le Forze dell’Ordine hanno la precedenza, anche Donne in cinta e Over 65 ma si deve tenere la distanza di un metro.
Poco dietro alla mia postazione arranca una sagoma maschile, sembra un anziano, si appoggia goffamente a una stampella e si appresta a saltare la fila. Mi assale un dubbio…simulando un inciampo involontario colpisco la stampella di questo figuro che nonostante la mancanza dell’appoggio, continua ad avanzare. Il trambusto attira l’attenzione del Security Service che prontamente interviene raccogliendo la stampella e bloccando l’uomo, il quale colto dal panico tenta la fuga senza successo. II controllo dei documenti dimostra che è un tentativo estremo per infrangere le regole, l’uomo si chiama Hans Runtergardner, 51 anni Nord europeo rimasto prigioniero in Italia dal LockDown. Il comportamento dei Paesi nordici nella questione “aiuti all’Italia” non gioca a suo favore e viene caricato a forza su un furgone giallo delle consegne a domicilio mentre la folla urla “Bond, Bond, Corona Bond.”
Distratto dagli eventi, Il momento dell’entrata in zona di guerra mi coglie impreparato. Vengo speronato da una signora o almeno così credo, con la mascherina non sai mai con chi ti stai misurando e mi ritrovo nel reparto ortofrutta dove la mancanza di esperienza può provocare una strage: in situazioni di emergenza è altamente sconsigliato prendere prodotti sfusi, tra sacchetti e bilance si viene travolti dalle 30/40enni abilissime nell’incartare, pesare e prezzare la merce. Mi riprendo e tenendo a bada tre uomini intorno alla 60ina, riesco a strappare una confezione di ravanelli, zucchine, cipolle dorate e mi dirigo verso i succhi e la prima colazione…nooooo, ho dimenticato le patate. Cerco di risalire la corrente evitando il contatto fisico ma mi accorgo che uno mi segue, scorgo a pochi metri lo stand delle patate “selenella”, ne è rimasta una confezione sola, con un colpo di reni evito due carrelli e una vecchietta e con la coda dell’occhio vedo quello che mi seguiva cercare di sfilarmi le patate ma riesco ad anticiparlo. Il poveretto viene travolto da tre 20 enni con le cuffiette e finisce lungo, sulle erbette e gli spinaci…lo perdo di vista nella corsia, poteva andargli peggio, poco distante c’erano i carciofi.
Finalmente la confusione sembra calare e si apre un varco a sinistra, verso la cartoleria.
Riesco a scivolare ai margini della battaglia che imperversa tra i salumi e i formaggi, con la coda dell’occhio vedo una Donna che sfila dal carrello di un ragazzo l’ultimo negronetto rimasto…furto con destrezza e mi dileguo verso il pesce. Strano al pesce è calma piatta, sarà per la puzza ma la via è libera e riesco a controllare gli obbiettivi della missione, tiro fuori il cablogramma di mia moglie e leggo con un brivido di freddo: colore l’Oreal Biondo caramello…noooooo, reparto cosmesi dopo oltre un mese di Parrucchieri chiusi sarà la prima linea, peggio della Normandia. Mentre mi avvicino, studio il nemico guardando oltre le mascherine, sono tutte Donne, guardo con più attenzione e mi accorgo dei loro capelli, delle loro ricrescite, degli smalti sbeccati e dei peli superflui. Arranco tra i carrelli e le Signore cercando il momento buono per inserirmi rapido e preciso…colgo l’attimo e riesco ad accaparrarmi le ultime due confezioni di colore l’Oreal Caramello biondo, penserò dopo a come dovrò applicarlo sui capelli di mia moglie.
Lascio il reparto e la mia attenzione viene attirata da un uomo che sfidando l’orda, si accinge a iniziare una videochiamata con il suo FeldMaresciallo (la Moglie) per farsi guidare, tipo drone, alla ricerca del “Serum ringiovanente Vital”; non so se sono state le insolenze che ho sentito dal suo viva voce o le altre Donne che lo guardavano come un incapace ma una lacrima mi è scesa sotto la mascherina.
Passo alla trincea della pasta e farine, all’altezza del lievito di birra evito di un soffio di essere coinvolto in uno scontro all’ultimo sangue per l’ultima bustina Pane Angeli. Dopo aver scoperto che le farfalle non le compra nessuno riempio agevolmente il carrello con la pasta integrale e proseguo senza incontrare fuoco di sbarramento, la cosa mi insospettisce e rimango sul chi vive.
Alle uova son tutti più calmi, maneggiano le confezioni come fossero granate innescate…anche questa è andata, mi dirigo alla carne.
Sangue chiama Sangue, sulle confezioni di Roastbeef si consuma più di una tragedia, vecchiette che barattano la mascherina e una confezione di Amuchina Gel per l’ultima confezione di Fettine di manzo, Uomini che si strappano le salsicce (quelle confezionate) e Donne che litigano per l’ultima gallina, la zampe le hanno già. La trita scelta è la linea del fronte, qui vale tutto, non esistono regole, alcuni minacciano di togliersi le mascherine altre le mutandine insomma un vero macello alla Kill Bill di Tarantino.
Mi accorgo che la carne rossa ha creato una “frenesia alimentare” come capita agli squali bianchi nell’Oceano indiano e questo mi offre una possibilità: alle carni bianche c’è una situazione più gestibile.
Metto gli occhi sulla confezione di sovracosce di pollo senza pelle e mentre sto per dirigere il carrello incrocio lo sguardo torvo di una ragazza altrettanto senza pelle, magra come una scopa wileda, ho la certezza che sia una vegana pentita, sono le più pericolose.
Ci guardiamo per pochi secondi ma sembrano un’eternità, potrei speronare il suo carrello con facilità ma ho una figlia della stessa età e per un attimo il
sentimento paterno ha la meglio, un cenno d’intesa e le faccio scudo lasciandole via libera per le sovracosce mentre io con una finta di corpo mi lancio sulle fettine panate di tacchino BIO che costano come un anello di Bulgari. La missione non è fallita, il cablogramma degli ordini indicava “carne bianca” senza specificare.
Ormai indietro non si torna ma non si vede ancora la luce.
Il banco salumeria e formaggi è adiacente a quello della panetteria, ora deve uscire il professionista che è in me, devo essere un mercenario, da Legione Straniera.
Il distributore dei numeri è la chiave per uscire indenne dallo scontro, una corretta strategia può darti la sicurezza di fare due code contemporaneamente. Guardo il terreno di battaglia e vedo 7 persone al banco salumi e 4 al pane, decido in una frazione di secondo di prendere prima il numero della salumeria, scavalcando una ragazza giovane che non sapeva di dover prendere il numero, poi mi getto nella corsia dei taralli e dei cracker e in un lampo torno a prendere il numero della panetteria, anticipando un ragazzo intento a messaggiare con qualcuno; in guerra non si fanno prigionieri. Mentre prendo il pane, dove c’è un solo addetto, al banco salumeria con due addetti è quasi il mio turno. Al mio fianco un signore sulla 50 ina che ha assistito alla perfetta azione di “guerriglia supermarket” mi guarda con ammirazione e ci scambiamo uno sguardo complice.
Siamo quasi fuori dal tunnel, le missioni sono quasi portate a termine…si le missioni perché alcuni di noi hanno più di una missione, una è la tua, l’altra per la Suocera, la più segreta e difficile e non puoi fallire…provate voi a prendere la marmellata di sambuco, i ditalini n.49, mezzo cavolo, i cornetti vuoti senza sale in mezzo ad un conflitto a fuoco di questo genere.
Ultima trincea, bevande e snack qui o si finisce la spesa o si muore.
Vino, birra, snack, acqua gasate e naturale possono essere trappole peggio che in Vietnam.
Sui vini il vecchietto è molto scaltro, finge di interessarsi al fiasco, al bottiglione o al cartone di Tavernello ma appena ti vede, ti si attacca come una cozza e ti fotte l’ultima boccia di Gewurztraminer.
Sulle birre e sugli snack devi confrontarti con i giovani 25 enni, veloci, voraci, insomma dei velociraptor.
Al vecchietto ho detto che c’era un’offerta lampo sul Kukident e ai giovanotti che c’era un cane antidroga che girava nelle corsie…sono spariti e ho avuto vita facile raccogliendo anche un buono sconto sulle Picadora senza glutine.
Finalmente alla cassa automatica, mi sento in salvo, orgoglioso di aver servito la Patria, punto la pistola e scarico tutto il caricatore, ad un tratto una voce metallica…”controllo parziale della spesa”. Mi si gela il sangue, sento svanire ogni certezza, mi avvicino al nastro e la Controllora mi scruta con aria severa, cerco di sorridere ma con la mascherina non credo si noti. Lentamente passa un prodotto alla volta e controlla, a caso, salumi, tinta caramello, vino, pasta poi si ferma, smetto di respirare, mi guarda e mi dice tutto a posto Le raddoppio anche i punti Fragola. Riprendo a respirare, saluto, ringrazio, esco con il carrello traboccante e mentre carico la macchina penso alla missione terminata con successo e al destino che ha voluto premiarmi con il doppio dei punti Fragola.
Racconto breve di Gustavo Capella la seconda parte a breve