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Le tende non sono odio

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ANSA – Le immagini delle tende che separano le studentesse dai colleghi maschi nella Gharjistan University di

Kabul, hanno creato sgomento anche in un imprenditore, Alberto Danieli, che di questo oggetto, la tenda ha fatto il proprio lavoro e la propria vita: “non posso trattenere il mio disappunto nel vederle utilizzare le tende per scopi discriminatori e in sé incomprensibili. Mi riferisco a quanto stiamo vedendo nelle immagini dall’Afghanistan. La tenda è un oggetto utile, protettivo, che migliorare il comfort per le persone, mai può essere un espediente per dividere“. Così a Danieli, ceo della Solaris di Padova, un’azienda leader nel settore del tendaggio per forniture alle comunità, ha voluto dare la propria disponibilità all’assunzione di alcuni ragazzi afghani, se ve ne sarà la possibilità, tra i rifugiati giunti o che arriveranno in Italia. “Fortunatamente a noi serve manodopera – spiega – ma potrebbero anche entrare in azienda per un periodo di formazione, per imparare un mestiere e poi, chissà, farne il loro lavoro un domani“.”Oggi intanto – conclude – non possiamo che essere vicini e solidali alle studentesse e agli studenti afghani che combattono una battaglia giusta. Le foto della Gharjistan University di Kabul, dove si vedono studenti e studentesse divisi da una tenda, rappresenta la negazione dei diritti umanitari: una tenda si installa per migliorare la vivibilitá degli ambienti in cui le persone vivono e lavorano e non per dividere“.

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