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Possiamo farlo, dobbiamo farlo.

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Passeremo alla storia come le generazioni del dopo, del cerotto sulla ferita profonda, del ci

penseremo. Stiamo combattendo una terza guerra mondiale dove il nemico è comune a tutti, senza un protocollo condiviso e men che meno previsto ma ognuno rimane avvinghiato a vecchi schemi, modelli ormai spazzati via dalla drammatica realtà.
La Politica ha ceduto il posto agli Scienziati e nel frattempo, fatica a salvare l’economia, l’unica cosa che conta dopo le vite dei Cittadini. Dobbiamo sforzarci di cambiare, di accettare nuove realtà e aprire le porte dei nostri giardinetti.
Ognuno deve impegnarsi e fare proposte, rispetto alle proprie competenze, io provo a dare un contributo al Sistema Fiere, Mondo meraviglioso in cui ho passato 40 anni meravigliosi come Socio di Fiere e Comunicazioni srl Società Privata e Proprietaria di Grandi Manifestazioni Internazionali.
Le Fiere sono uno dei rarissimi “Prodotti” rimasti pressoché uguali negli ultimi 40 anni.
Mi ricordo, quando arrivò Internet, la paura che circolava nell’ambiente era che la rete avrebbe spazzato via le Fiere: una fesseria gigante ma dalla paura del nuovo al non voler sfruttare a pieno le possibilità offerte ne passa.
Nei primi anni’90 sviluppai un sito internet per la Fiera SANA e subito dopo per il COSMOPROF, mi resi immediatamente conto che la tecnologia on line sarebbe diventata un alleato formidabile per condividere Business nel Mondo.
Oggi, nel pieno del LOCK DOWN MONDIALE, è evidente che si poteva e si doveva fare di più.
Siamo in emergenza, l’economia vacilla e stenta a trovare sbocchi per poter respirare; le Fiere devono reinventarsi e giocare un ruolo fondamentale nel Mondo. Oltre a contribuire alla salvaguardia dei vari comparti produttivi, bisogna ripensare il modello fieristico e oggi ci sono i presupposti per farlo. Andiamo oltre i soliti stereotipi, se le Fiere sono motore economico, oggi più che mai devono dimostrarlo e porsi al centro come riferimento e volano per tutta l’economia. 
Le importanti relazioni che da sempre legano le principali Associazioni di categoria (Confindustria), Le Camere di commercio e i Quartieri fieristici, devono creare uno scambio virtuoso di idee e di competenze che possano dare vita ad un flusso continuo di iniziative a favore delle Aziende dei vari settori, che possa mettere a sistema richieste, offerte, opportunità di collaborazione e relazioni di ogni tipo per incentivare le ricadute positive sul nostro Paese.
Per ora la risposta che ho visto e sentito è la solita: facciamo le Fiere virtuali.
Bene ma non benissimo.
Le Fiere virtuali possono avere un valore per alcuni limitati settori ma non potranno mai sostituire l’incontro fisico tra domanda e offerta, la possibilità di scambi emozionali che nessun surrogato potrà mai sostituire; la stessa differenza che c’è tra una cartolina e una vacanza alle Maldive.
Il virtuale serve ma deve essere un compagno di viaggio, uno strumento a sostegno, da utilizzare in tempi e modi diversi.
Se potessimo calcolare il valore degli scambi commerciali prodotti dalle Fiere e dalle ricadute economiche sul territorio, durante lo svolgimento di Manifestazioni ed eventi, sarebbe chiaro a tutti che il PIL dell’Italia passa dai Quartieri fieristici…e ne abbiamo di meravigliosi.
Per chiari motivi non posso sviluppare un progetto in queste poche righe ma posso solo lanciare un segnale e indicare una rotta.
Ogni quartiere Fieristico, quasi sempre, ospita Manifestazioni dedicate a svariati distretti produttivi e filiere ed è depositario di conoscenze e contatti strategici, se riuscissimo a mettere da parte le gelosie, dovremmo creare una grande rete di relazioni che attraverso la tecnologia sia fruibile a chi ne ha bisogno e a chi vuol contribuire ad arricchirle.
Ogni Fiera vive il tempo della sua durata, 3/4 giorni poi, più o meno velocemente, si esaurisce fino alla successiva edizione, nonostante gli sforzi è come se andasse in letargo. Oggi, chiusi in casa, con poche Aziende che lavorano e i Quartieri fieristici desolatamente vuoti, possiamo comprendere che non abbiamo sfruttato le opportunità che avevamo…ma non è tardi.
Sforziamoci di vedere questa immagine:
L’Italia fieristica è un grande Puzzle che a sua volta fa parte di un altro Puzzle ancora più grande, se uniamo le tessere riusciremo ad aiutare il Sistema Paese con un grande e potente Sistema Fiere, aperto, inclusivo che possa essere una forza per le singole Manifestazioni e per gli Organizzatori ma soprattutto che VIVA ogni giorno e in ogni situazione.
Il primo vantaggio sarebbe quello di collegare domanda e offerta ITALIANA per favorire il nostro PIL ma servirebbe anche per poter affrontare grandi sfide internazionali, presentandoci come Sistema e non più come singoli, dando la possibilità a molte Aziende, anche piccole, di ampliare il loro raggio di azione. Possiamo iniziare da un settore, da un comparto per proporre un modello e fare un test.
Dopotutto dicono che Internet è nata per comunicare e sopravvivere agli attacchi nucleari, figuriamoci cosa può fare con un Virus.
La sfida è sul tavolo, vediamo chi la accetta.
Per concludere, condivido questa considerazione: probabilmente il Lock down, si allenterà vero la fine di maggio e la Pandemia si spegnerà in autunno, complice l’immunità di gregge e il progredire delle cure; tra settembre e dicembre sono state rimandate e previste una quantità di Fiere ed Eventi molto elevata. Non voglio essere negativo ma insistere con queste idee è pericolosissimo e potrebbe danneggiare irreparabilmente iniziative di grande successo, senza ricostruire la fiducia non avremo risultati.
Diciamo che siamo fortunatissimi e a metà settembre, in Italia, il Virus è sconfitto, chi ci assicura che nel Mondo accada la stessa cosa? Dopo tutte le bugie o supposte tali che ci hanno detto i vari Paesi europei ed extraeuropei sui numeri dei contagiati, chi si fiderà a prendere un aereo, un treno e infilarsi al chiuso di un padiglione con migliaia di persone? 
Io credo che il grande sforzo e l’impegno vadano indirizzati a ricostruire la fiducia di Espositori e Visitatori nei sistemi di controllo e gestione dei vari eventi, comunicare efficenza, azzerare il pericolo e per fare questo ci vorranno mesi; la ripartenza potrà essere fissata solo a gennaio 2021 e solo se le cose saranno fatte per bene.
Prepararsi ora per lavorare domani.
Alla prossima con la speranza di vedere la luce e di essere in parte smentito.
Articolo a cura diGustavo Capella

 

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