Che gli Italiani siano fatalisti è universalmente riconosciuto: pensate solo a come fanno parte della nostra
cultura il classico cornetto di corallo, il quadrifoglio o il ferro di cavallo. Per non parlare dei vari (e a volte debiti) scongiuri. Il fatalismo degli Italiani li rende tra i meno abituati a pianificare quello che è definito il “dopo di noi”. Scommetto anzi che, dopo che avrete inteso di che si parla, avrete fatto, sia pure mentalmente, i debiti scongiuri di cui sopra. Siamo uno dei popoli meno inclini a usare strumenti come il testamento, il Trust e via discorrendo. Purtroppo l’effetto collaterale del mancato utilizzo di questi tipi di strumento è quello che molti patrimoni sono destinati a essere frammentati se non addirittura completamente dilapidati.
Un’indagine del Family Firm Institute, l’associazione professionale globale di appartenenza per individui e organizzazioni che servono il settore delle imprese familiari, conferma che solo il 25 per cento delle aziende sopravvive alla seconda generazione, e che solo il 5 per cento arriva alla terza. Considerare l’azienda e il patrimonio personale come un tutt’uno non è corretto: così facendo infatti perdiamo di vista la finalità. Se l’azienda serve a produrre reddito e benessere per la famiglia, il patrimonio prodotto deve essere difeso, sia per l’oggi sia per il domani.
La famiglia patriarcale che è stata la base fondante della nostra società per decenni è venuta meno. Un tempo il frutto non cadeva molto lontano dalla pianta: spesso i figli andavano ad abitare in prossimità dei genitori e lavoravano nell’azienda di famiglia. La nuova società ci presenta figli che vanno a studiare all’estero e spesso ci restano anche dopo gli studi, oppure figli che studiano e intraprendono strade diverse da quelle tracciate dai genitori: possiamo trattare il nostro patrimonio nello stesso modo in cui lo trattavano i nostri nonni?
Il pericolo maggiore che si corre è quello che, a un certo punto della nostra vita, un figlio voglia tornare in azienda o pretenda una parte del patrimonio; se dal punto di vista umano questo è ampiamente condivisibile, non lo è altrettanto per un imprenditore che mette in pericolo in questo modo non solo la sua azienda, ma anche il suo patrimonio personale. Analogo è il pericolo che dopo la mia dipartita i miei eredi possano litigare per l’eredità: statisticamente il 35 per cento delle successioni finisce in tribunale.
Tutte queste argomentazioni mi hanno spinto a parlare di eredità, Trust e molto altro ancora in un evento esclusivo riservato solo agli imprenditori, che si terrà il prossimo 30 settembre 2022.
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