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65% e sconto in Fattura

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Il 10 maggio Assites, rappresentata dal Presidente Fabio Gasparini, ha partecipato, in ambito

Finco, alla audizione sul decreto “Crescita”  (DL 34/2019:Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi”- ved. sotto) presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati, alla presenza di molti deputati. I temi sostenuti con forza, nella parte di esposizione concessa dal Presidente della sessione, sono quelli (ripristino del 65% per le schermature solari e criticità legate allo sconto immediato in fattura da parte dei fornitori) che trovate nella lettera a seguire e che è già stata inviata alle Istituzioni.
“ Gentilissimo Signor Sottosegretario,
la presente per perorare il ripristino dell’aliquota del 65% nell’ambito delle detrazioni fiscali dei sistemi di schermature solari – settore rappresentato dalla Associazione federata ASSITES – come già a suo tempo illustrato al Sottosegretario On. Davide Crippa e ieri in sede di Audizione presso la Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati.
Il settore in questione è composto da realtà imprenditoriali di natura e consistenza differente, diffuse sul territorio in maniera uniforme e localizzate praticamente in ogni regione.
L’intero comparto della protezione solare conta circa 5.000 aziende e sviluppa un fatturato aggregato di circa 900 milioni di Euro.
Le imprese operanti sono suddivise tra:
1. aziende produttrici di materiali e componenti di base, aziende tessili specializzate in tessuti tecnici, aziende specializzate in motorizzazioni e controlli (in questo primo raggruppamento di imprese, l’Italia vanta una vera e propria supremazia sia commerciale che tecnologica);
2. aziende di trasformazione, specializzate nella costruzione di tende e schermature su misura, per installazione in esterno, interno o integrabili nel vetro-camera;
3. aziende di rivenditori, installatori e consulenza tecnica, specializzate nella distribuzione ed installazione di tende tecniche, schermature solari e nella progettazione di soluzioni ad hoc.
La particolare natura dei prodotti e sistemi realizzati su misura, e la variegata composizione della struttura societaria delle aziende coinvolte, fa si che la filiera produttiva si connoti per un elevato rapporto tra lavoro vivo e capitale, con un totale delle maestranze stimato in circa 28mila occupati diretti e circa 100mila considerando l’indotto.
Si tratta di una tipologia di occupazione fortemente qualificata e specializzata, con picchi stagionali, ed a forte diffusione territoriale, circostanza che rende il comparto della Protezione Solare un interessante generatore occupazionale a livello locale, nelle fasi positive del ciclo economico.
L’Italia, un Paese fortemente soleggiato, ha ormai da diversi anni un problema di picco della domanda elettrica nei mesi estivi, e beneficia significativamente di una adeguata politica a sostegno dell’adozione di sistemi di schermatura negli edifici esistenti.
Peraltro riducendo il fabbisogno di climatizzazione estiva, grazie alle schermature solari, si verrebbero a ridurre le emissioni di CO2 per effetto di una conseguente riduzione diretta di domanda di energia elettrica.
Opportuno quindi promuovere presso l’utenza, con politiche di incentivazione, l’utilizzo della schermatura solare (prodotti made in Italy) rispetto, ad esempio, al proliferare della climatizzazione artificiale (prodotti extra UE), sia nell’edilizia terziaria che in quella residenziale, anche perché le ricadute occupazionali sono state e sarebbero immediate e tangibili.
Del resto fin dal DLgs 28/2012 con le misure in materia di adeguamento del cosiddetto “Conto Termico”, è stato riconosciuto un ruolo importantissimo alle schermature, introducendo uno schema di incentivazione per i soggetti pubblici che le installano.
Il recente studio elaborato dalla Camera dei Deputati insieme al Cresme consente di superare la principale problematica sollevata circa il mantenimento della detrazione fiscale per la riqualificazione energetica del 65% per infissi e schermature (ora abbattuta al 50%, cioè allo stesso livello degli interventi per le ristrutturazioni edilizie “semplici”). Tale studio evidenzia un complessivo, quanto rilevante, beneficio per il sistema Paese nell’ultimo decennio.
Peraltro, con l’abbattimento al 50% di sole due tipologie di intervento di riqualificazione energetica, poste alla stregua di quelle per le ristrutturazioni edilizie, si confondono le idee dei consumatori circa una misura il cui successo è attribuibile, nel tempo, anche alla chiarezza del dispositivo (se poi fossero malauguratamente confermati i tetti di spesa ammissibili per metro quadrato – di 300/400 euro per mq per quanto riguarda gli infissi – si favorirebbero i prodotti esteri di minore qualità).
Chiediamo, dunque, con forza la riammissione alla detrazione del 65% per le schermature solari, possibilmente con periodo di recupero della detrazione quinquennale, almeno per le persone ultrasettantenni.
Sarà bene ricordare gli interventi cosiddetti “meno efficienti” (ma non certo “inefficienti”…) contribuiscono comunque e grandemente al risparmio energetico ed alla occupazione della filiera, italiana, di questo settore industriale.
Si tratta di un’opportunità che deve essere promossa e sostenuta: le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica non sono un’agevolazione “a pioggia” ma una seria ed efficace manovra di politica industriale.
Su tali premesse di decremento della detrazione per infissi e schermature – già di per sé problematiche – si è poi innestata un’altra area di criticità costituita dalla possibilità di sconto immediato per l’utilizzatore al posto della detrazione che, pur partendo dal condivisibile principio di facilitare l’attivazione degli interventi, è suscettibile di sortire un risultato assai negativo.
L’Articolo 9 del Decreto cosiddetto “Crescita”, prevede, infatti, la possibilità, per il soggetto che ha diritto alle detrazioni, di poter optare, al posto del loro utilizzo diretto, per un contributo anticipato di pari importo come sconto su quanto dovuto all’impresa che effettua l’intervento di riqualificazione energetica o di adozione di misure antisismiche, che viene rimborsato a quest’ultima come credito di imposta da usare in compensazione in cinque quote annuali.
Nella sostanza si scarica sull’impresa gran parte dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento. Né vale affermare che questa misura è opzionale: chi infatti sceglierebbe di utilizzare le detrazioni, il cui importo può scontare in dieci anni, potendo usufruire della stessa somma subito?
Quale sarà il risultato sul mercato? E’ evidente come sia piuttosto difficile immaginare che siano le piccole imprese del settore a vantare crediti d’imposta nei confronti del fisco ed a poter anticipare questi costi.
Imprese, che se non si prevede almeno la possibilità di ulteriore cessione del credito, si troveranno soffocate da questo meccanismo e tagliate fuori dal mercato a tutto vantaggio di chi opera in maniera “sommersa”.
Chi ha rilevanti crediti di imposta da compensare sono, con ogni probabilità, le multiutilities e gli ex monopolisti dell’energia che negli ultimi anni, approfittando (abusando…) della condizione di trovarsi di fatto in una posizione dominante, sono entrate nel mercato della riqualificazione energetica esercitando nella pratica, anche tramite l’utilizzo dei dati informativi già in loro possesso per l’attività da loro svolta in regime di monopolio, una concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese.
E’ un tema quello del restringimento della concorrenza del mercato, da non sottovalutare, specie se sentiamo dire da fonti istituzionali o para-istituzionali che “tanto poi i lavori sempre le imprese li fanno…”
Sì, ma come ed in che posizione?
Confidiamo pertanto che in sede di conversione del Decreto “Crescita” questa ulteriore tipologia di accesso alla detrazione venga espunta.
Nel restare a disposizione per approfondimenti, porgiamo i migliori saluti.
Il Presidente
Fabio Gasparini”

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